CORONAVIRUS – RISCHIO DI TRASMISSIONE PER VIA AEREA E SUPERFICI
In un recente Studio sperimentale, condotte negli USA pubblicato il 17 marzo 2020 sul THE NEW ENGLAND JOURNAL OF MEDICINE, dal titolo “Aerosol and Surface Stability of SARS-CoV-2 as Compared with SARS-CoV-1”, sono riportati gli esiti di una valutazione sperimentale eseguita sulla stabilità di SARS-CoV-2 e SARS-CoV-1 negli aerosol e su varie superfici, con i loro tassi di decadimento.
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Il risultato rileva come il SARS-CoV-2 sia rimasto rintracciabile negli aerosol per tutta la durata dell’esperimento (3 ore), con una riduzione del titolo infettivo da 103,5 a 102,7 TCID50 per litro di aria.
Quindi, se 3 ore dopo l’emissione il virus è ancora presente in sospensione (se pur in concentrazione notevolmente ridotta), non si può escludere che il virus aerodisperso possa mantenere comunque un valore di pericolosità e contagiosità anche quando la fonte non è più presente, almeno nel breve termine e comunque nei locali angusti e privi di adeguata aerazione.
Se tali considerazioni sono corrette la permanenza in aria del virus dovrebbe farci riflettere molto sull’approccio preventivo da attuare nei locali chiusi.
Infatti, vista la carenza di mascherine FFP2-FFP3, e considerato lo stato di emergenza, con Decreto-Legge 17 marzo 2020 n. 18, è stata riconosciuta l’idoneità delle mascherine tipo chirurgiche (che nascono con una funzione diversa, ovvero quella di evitare che chi le indossi possa contagiare chi sta davanti, da qui appunto il nome chirurgiche), quali dispositivi di protezione individuale (DPI, a protezione dei lavoratori e della popolazione). Il Ministero le ha giustamente ritenute idonee anche per proteggere chi le indossa, prevedendo l’uso di FFP2 e FFP3 solo per il trattamento a cura dei sanitari di paziente affetto/sospetto da COVID2 in presenza di aerosol.
Sempre lo stesso studio sperimentale ha evidenziato il decadimento dei virus su superfici di materiali, evidenziando i seguenti risultati.
SARS-CoV-2 era più stabile sulla plastica e acciaio inossidabile che su rame e cartone, e il virus praticabile è stato rilevato, rispettivamente sino a:
- 4 ore sul rame,
- 24 ore sul cartone
- 48 ore sull’acciaio inossidabile
- 72 ore sulla plastica
La trasmissione sulle superfici è ovviamente residuale, rispetto a quella aerea, ma è opportuno fare attenzione alle superfici più esposte a questo genere di contagio che comprendono, per esempio le maniglie delle porte, le pulsantiere degli ascensori, i cellulari, i sostegni per aggrapparsi sui mezzi pubblici.
Tutto ciò premesso, pare opportuno, suggerire l’adozione delle seguenti misure di prevenzione e protezione, da adottare nei protocolli di sicurezza delle attività di lavoro in esercizio, nonché, ove applicabili, alla nostra vita quotidiana, sino alla fine dell’emergenza:
- Evitare la permanenza di persone in locali chiusi privi di aerazioni, quali possibili cabine “a scatola chiusa” degli insediamenti industriali e non.
- Occupare solo locali che garantiscano un notevole distanziamento delle persone (al chiuso sarebbe opportuno riconsiderare il metro, prevedendo anche una distanza superiore), comunque sempre associata ad un buon e costante ricambio d’aria, con l’apertura delle finestre, ovvero con una specifica valutazione del corretto ricambio d’aria del sistema di ventilazione/climatizzazione. Nel merito è auspicabile acquisire i dati di progettazione dell’impianto, prevedendo, ove occorra e sia fattibile, una implementazione dell’apporto di aria pulita esterna e, comunque garantendo una straordinaria pulizia e disinfezione del sistema di ventilazione.
- Prevedere l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale mascherine chirurgiche nei possibili contatti interpersonale all’aperto e in locali al chiuso con buona aerazione, indossando invece mascherine FFP2 in tutti quei casi dove, oltre alla mancata misura del distanziamento interpersonale ci si trovi, per forza di cose, in ambienti poco aerati e/o in spazi relativamente ristretti.
- Evitare il contatto con le superficie maggiormente esposte, con adeguata protezione (uso di guanti) e corretta pulizia ed igienizzazione delle mani.
Ovviamente vanno comunque adottate le misuri generali di sicurezza, già note, quali:
A) LAVARSI SPESSO LE MANI. SI RACCOMANDA DI METTERE A DISPOSIZIONE IN TUTTI I LOCALI PUBBLICI, PALESTRE, SUPERMERCATI, FARMACIE E ALTRI LUOGHI DI AGGREGAZIONE, SOLUZIONI IDROALCOLICHE PER IL LAVAGGIO DELLE MANI;
B) EVITARE IL CONTATTO RAVVICINATO CON PERSONE CHE SOFFRONO DI INFEZIONI RESPIRATORIE ACUTE;
C) EVITARE ABBRACCI E STRETTE DI MANO;
D) MANTENIMENTO, NEI CONTATTI SOCIALI, DI UNA DISTANZA INTERPERSONALE DI ALMENO UN METRO;
E) IGIENE RESPIRATORIA (STARNUTIRE E/O TOSSIRE IN UN FAZZOLETTO EVITANDO IL CONTATTO DELLE MANI CON LE SECREZIONI RESPIRATORIE);
F) EVITARE L’USO PROMISCUO DI BOTTIGLIE E BICCHIERI, IN PARTICOLARE DURANTE L’ATTIVITÀ SPORTIVA;
G) NON TOCCARSI OCCHI, NASO E BOCCA CON LE MANI;
H) COPRIRSI BOCCA E NASO SE SI STARNUTISCE O TOSSISCE;
I) NON PRENDERE FARMACI ANTIVIRALI E ANTIBIOTICI, A MENO CHE SIANO PRESCRITTI DAL MEDICO;
L) PULIRE LE SUPERFICI CON DISINFETTANTI A BASE DI CLORO O ALCOL
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